News Calcio 2018/2019 - SOLO LA SERIE A

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News Calcio 2018/2019

Stagione 2019/2020

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giovedì 8 agosto 2019
Napoli-Barcellona 1-2: decidono Busquets e Rakitic
Non basta una grande partita della squadra di Ancelotti: i blaugrana vincono con due tiri da fuori, inutile il momentaneo pareggio propiziato da Callejon (autogol di Umtiti). Sabato ritorno a Detroit



MIAMI - Un ottimo Napoli cade 2-1 in amichevole a Miami contro il Barcellona nell'andata della Liga-Serie A Cup (ritorno sabato a Detroit, live testuale sul CorrieredelloSport.it dalle 23). All'Hard Rock Stadium i gol da fuori di Busquets e Rakitic hanno regalato il successo a Valverde, al Napoli non è bastata la rete del provvisorio pareggio causata da Callejon e deviata in porta da Umtiti.
Callejon replica a Busquets

Ma alla fine Ancelotti è uscito dal campo soddisfatto e a testa alta per la bellissima prestazione degli azzurri, che, soprattutto nel primo tempo, hanno giocato meglio e creato di più dei blaugrana. Ancelotti ha rinunciato dall'inizio a Milik, schierando Fabian Ruiz trequartista con Callejon e Insigne a completare il terzetto alle spalle dell'unica punta Mertens. A centrocampo insieme con Zielinski ancora l'ultimo arrivato Elmas. E le scelte del tecnico hanno pagato, perché il Napoli ha dato spettacolo, imponendo un gran ritmo alla partita e giocando un gran calcio. Né Insigne né Mertens però hanno trovato la via del gol e così è stato il Barça a sbloccare con un tiro da fuori di Sergio Busquets. Immediato però il è arrivato il pareggio azzurro, nato sul solito asse Insigne-Callejon: la conclusione dell'esterno azzurro è stata corretta in porta da Umtiti per il meritato pareggio che ha chiuso il primo tempo.

Rakitic punisce Ancelotti
Il Barcellona è cresciuto nella ripresa, Ancelotti ha dato spazio a Gaetano, Luperto, Ghoulam, Milik e Verdi ma è stato ancora il Napoli a sprecare tanto in avanti soprattutto con il centravanti polacco (anche per le grandi parate dell'ex juventino Neto). L'ingresso di Dembelé (che ha colpito un palo) ha dato grande verve ai blaugrana, privi di Messi, ma con Suarez e Griezmann a guidare l'attacco almeno nel primo tempo. Nel finale è stato con un altro tiro da fuori di Rakitic a regalare il successo a Valverde. Ancelotti va ko ma esce dal campo soddisfatto, il Napoli continua a mostrare progressi in linea con le prestazioni con Liverpool e Marsiglia.
Napoli-Barcellona 1-2

NAPOLI: Meret, Di Lorenzo (77' Hysaj), Manolas (57' Luperto), Maksimovic, Mario Rui (57' Ghoulam), Callejon, Zielinski, Elmas (57' Verdi), Fabian Ruiz (57' Gaetano), Insigne, Mertens (57' Milik). All. Ancelotti

BARCELLONA: Neto, Wague (66' Dembelè), Todibo, Umtiti, Junior Firpo, Riqui (66' De Jong), Busquets, Rakitic, Carle Perez (66' Semedo), Griezmann (46' Rafinha), Suarez (46' Abel Ruiz). All. Valverde

ARBITRO: Unkel (USA)

MARCATORI: 40' Busquets, 42' Umtiti (aut.), 79' Rakitic
CDS

domenica 4 agosto 2019
Olympique Marsiglia-Napoli 0-1: decide Mertens
Nuovo successo degli azzurri dopo la vittoria contro il Liverpool. Eccellente primo tempo per Elmas schierato in campo dal primo minuto assieme a Fabian Ruiz



MARSIGLIA (Francia) - Si chiude con il successo per 1-0 la quinta amichevole stagionale del Napoli. Gli azzurri si sono imposti sul Marsiglia allo Stade Velodrome grazie a una rete di Dries Mertens al 38’. Ancelotti schiera la squadra con il 4-2-3-1. Al fianco di Manolas c’è Luperto in difesa. In avanti c’è Milik supportato da Callejon, Insigne e Mertens. La cerniera in mediana è formata da Fabian Ruiz, di ritorno dalle meritate vacanze dopo la vittoria dell’Europeo Under 21, e da Elmas. E il giovane macedone, arrivato dal Fenerbahce in questa sessione di mercato, è stato tra i più brillanti nel primo tempo della sfida del Velodrome mostrando già un’ottima intesa con il compagno di reparto. Parte dai piedi del classe 1999 l'azione che decide l'incontro. Il macedone lancia Insigne che apre per Callejon; lo spagnolo tocca il pallone di prima per l'inserimento perfetto di Mertens che batte Mandanda. Nella ripresa solita girandola di sostituzioni con bei sei cambi rispetto all'undici iniziale. In campo Younes, Gaetano, Chiriches, Mario Rui, Maksimovic, Verdi che prendono il posto di Ghoulam, Fabian Ruiz, Manolas, Luperto, Milik, ed Elmas. La ripresa scorre tra qualche ammonizione di troppo e ulteriori cambi con l'ingresso di Giovanni Di Lorenzo a 20' dalla fine al posto di Mertens. Ad animare il finale di gara ci pensano Payet e Insigne con un accenno di rissa dopo un fallaccio su Younes. Poi non succede più nulla. Ora la partenza per gli Stati Uniti dove gli azzurri giocheranno la doppia sfida contro il Barcellona tra l’8 e il 10 agosto.

Triplice fischio finale: Marsiglia-Napoli 0-1
90' ANCORA UN GIALLO - Ammonizione per Maskimovic
86' CAMBIO PER IL MARSIGLIA - Sakai lascia il posto ad Abdallah
79' INSIGNE E PAYET A CONTATTO - Nervi tesi tra i due calciatori. L'arbitro ammonisce entrambi
76' CAMBIO PER L'OM - Esce Amavi, al suo posto Rocchia
74' AMMONITO SAKAI - Il calciatore giapponese tocca il pallone con la mano: cartellino giallo per lui
72' YOUNES PERICOLOSO - Tiro da fuori area del tedesco, palla fuori di poco
70' SOSTITUZIONE PER IL NAPOLI - Mertens lascia il campo, al suo posto l’ex Empoli Di Lorenzo
69' CAMBIO PER IL MARSIGLIA - Esce Radonjic, entra al suo posto Lihadj
59' SOSTITUZIONE PER L'OM - Esce Chabrolle, autore di un'ottima ora di gioco. Al suo posto Sertic
56' OCCASIONE NAPOLI - Colpo di testa di Younes deviato in angolo da Mandanda
51' AMMONITO AMAVI - Cartellino giallo per il difensore dell'OM per fallo su Verdi
46' DUE SOSTITUZIONI NEL MARSIGLIA - Fuori Kamara e Sarr. In campo Alvaro e Germain
46' SEI CAMBI PER IL NAPOLI - Fuori Ghoulam, Fabian Ruiz, Manolas, Luperto, Milik, Elmas. In campo Younes, Gaetano, Chiriches, Mario Rui, Maksimovic, Verdi

Le squadre tornano in campo per il secondo tempo

45' FINE PRIMO TEMPO
42' AMMONIZIONE PER MERTENS - Cartellino giallo per il belga per un'entrata dura su Payet
39' NAPOLI IN VANTAGGIO - Gol di Mertens! Azione corale degli azzurri con Elmas, Insigne e Callejon protagonisti. Lo spagnolo tocca di prima per l’inserimento del belga che porta avanti gli azzurri
32' TIRO DI RADONJIC - Conclusione da fuori area del serbo bloccata da Meret
23' BREVE PAUSA PER ENTRAMBE LE SQUADRE
22' OCCASIONE MARSIGLIA - Chabrolle ancora pericoloso, conclusione alta sopra la traversa
20' MILIK ANTICIPATO - Verticalizzazione di Mertens per il polacco ma Mandanda anticipa l'attaccante azzurro e neutralizza l'offensiva del Napoli
12' FABIAN RUIZ PERICOLOSO - Conclusione dalla distanza dello spagnolo, palla di poco alta sulla traversa
11' REAZIONE NAPOLI - Grande occasione sui piedi di Insigne che, servito da Callejon, calcia in porta trovando la risposta di Mandanda
6' TRAVERSA MARSIGLIA - Padroni di casa vicini al vantaggio. Tiro di Chabrolle dal limite che colpisce il legno
4' OCCASIONE OM - La squadra di casa inizia meglio il match. Opportunità per Payet che conclude alto dopo il servizio di Sakai.
1' - FISCHIO D'INIZIO - Calcio d'inizio realizzato da Boghossian, ex di entrambe le squadre.

Napoli e Marsiglia scendono in campo. Azzurri con la seconda maglia verde, completo bianco per i transalpini.
Formazioni ufficiali

OLYMPIQUE MARSIGLIA (4-3-3): Mandanda; Sakai, Caleta-Car, Kamara, Amavi; Sanson, Strootman, Chabrolle; Sarr, Radonjic, Payet. ALL.: Villas-Boas.

NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Hysaj, Manolas, Luperto, Ghoulam; Elmas, Fabian Ruiz; Callejon, Mertens, Insigne; Milik. ALL.: Ancelotti.
CDS

venerdi 2 agosto 2019

Dalla Serie A alla Champions League, ecco dove vedere il calcio in tv nella prossima stagione
Una lunga stagione calcistica comincia in questi giorni con i primi campionati esteri e si concluderà con l'Europeo 2020. La novità dell'accordo Sky-Mediaset per la coppa più prestigiosa.



Scatta in questi giorni la stagione ufficiale del calcio in tv, con le prime partite “vere” dei campionati esteri. Una stagione ricca che ci accompagnerà fino all’Europeo del 2020. Ecco una guida per orientarsi, tenendo conto che per quanto riguarda i grandi eventi siamo nel bel mezzo del ciclo commerciale 2018-21. Come riporta Gazzetta.it, nessuna novità sostanziale, a parte il fresco accordo tra Sky e Mediaset in virtù del quale la finestra in chiaro della Champions si vedrà sulle reti del Biscione e non più sulla Rai. Adesso è CR7. C'era un tempo in cui era una giovane promessa dello Sporting Lisbona e fu un'amichevole, giocata il 6 agosto 2003 contro il Manchester United, a fargli spiccare il volo. Quella partita segnò la carriera di Cristiano Ronaldo.

Lo juventino è tra i protagonisti di The Making Of, una serie originale di Dazn dedicata alle stelle del calcio mondiale, da Ronaldo a Neymar a Mourinho. Nove episodi da 25 minuti ciascuno, costruiti attorno alle testimonianze dirette dei protagonisti, con interviste esclusive, immagini e filmati di archivio. The Making of è la prima serie globale prodotta da Dazn e sarà disponibile sulla piattaforma streaming a partire dal 9 agosto, in contemporanea in tutti e nove i mercati in cui il servizio è disponibile, tra cui l’Italia

Come Cristiano diventò CR7: su Dazn la serie dedicata alle stelle del calcio

SERIE A—   Sette partite a giornata su Sky (sabato ore 15, sabato ore 18, domenica due partite ore 15, domenica ore 18, domenica ore 20.45, lunedì ore 20.45); tre partite a giornata su Dazn (sabato ore 20.45, domenica ore 12.30, domenica ore 15)

Parma-Juve alle 18 del 24 agosto: ecco anticipi e posticipi delle prime due giornate

Anticipi e posticipi di Serie A

SERIE B—   Tutte le partite su Dazn, anticipo venerdì sera in chiaro su Rai Sport

SERIE C—   Tutte le partite su Eleven Sports, alcune partite in chiaro su Rai Sport (lunedì e playoff) e Sportitalia

COPPA ITALIA—   Tutte le partite sulla Rai, a partire dal terzo turno

SUPERCOPPA ITALIANA—   Juventus-Lazio (data da stabilire) sulla Rai

CHAMPIONS LEAGUE—   Tutta la manifestazione su Sky, la migliore partita del mercoledì sera in chiaro su Mediaset

EUROPA LEAGUE—   Tutta la manifestazione su Sky

SUPERCOPPA EUROPEA—   Liverpool-Chelsea del 14 agosto su Sky e Mediaset

PREMIER LEAGUE—   Sky
LIGA—   Dazn
BUNDESLIGA—   Sky
LIGUE 1—   Dazn
EUROPEO 2020—   Tutte le 51 partite su Sky di cui 24 in esclusiva, 27 partite anche in chiaro sulla Rai
AREANAPOLI

giovedi 1 agosto 2019

Serie A, anticipi e posticipi: si parte con Parma-Juventus e Fiorentina-Napoli! Orari e TV



La Lega di Serie A ha reso noti gli orari delle partite delle prime due giornate del campionato 2019-20. Di seguito la programmazione, con date, orari e canali televisivi. Si parte sabato 24 agosto alle 18 con Parma-Juventus. A seguire, in serata, alle 20.45, la prima vera interessante sfida dell'anno sportivo, ovvero Fiorentina-Napoli. La squadra di Ancelotti giocherà le prime due partite in trasferta come da richiesta di De Laurentiis, patron degli azzurri, per consentire il completamento dei lavori al San Paolo.

SERIE A TIM 2019/2020
PROGRAMMAZIONE TELEVISIVA DELLE GARE

1ª GIORNATA ANDATA

Data Giorno Orario Gara Licenziatario
24/08/2019 Sabato 18.00 PARMA – JUVENTUS SKY
24/08/2019 Sabato 20.45 FIORENTINA – NAPOLI SKY
25/08/2019 Domenica 18.00 UDINESE – MILAN SKY
25/08/2019 Domenica 20.45 CAGLIARI – BRESCIA SKY
25/08/2019 Domenica 20.45 HELLAS VERONA – BOLOGNA DAZN
25/08/2019 Domenica 20.45 ROMA – GENOA DAZN
25/08/2019 Domenica 20.45 SAMPDORIA – LAZIO SKY
25/08/2019 Domenica 20.45 SPAL – ATALANTA SKY
25/08/2019 Domenica 20.45 TORINO – SASSUOLO SKY
26/08/2019 Lunedì 20.45 INTER – LECCE DAZN

2ª GIORNATA ANDATA
Data Giorno Orario Gara Licenziatario
30/08/2019 Venerdì 20.45 BOLOGNA – SPAL SKY
31/08/2019 Sabato 18.00 MILAN – BRESCIA DAZN
31/08/2019 Sabato 20.45 JUVENTUS – NAPOLI * SKY
01/09/2019 Domenica 18.00 LAZIO – ROMA SKY
01/09/2019 Domenica 20.45 ATALANTA – TORINO DAZN
01/09/2019 Domenica 20.45 CAGLIARI – INTER SKY
01/09/2019 Domenica 20.45 GENOA – FIORENTINA SKY
01/09/2019 Domenica 20.45 LECCE – HELLAS VERONA SKY
01/09/2019 Domenica 20.45 SASSUOLO – SAMPDORIA SKY
01/09/2019 Domenica 20.45 UDINESE – PARMA DAZN
AREANAPOLI

domenica 28 luglio 2019
Il Napoli annienta il Liverpool: 3-0 con Insigne superstar
A Edimburgo gli azzurri di Ancelotti superano senza appello i campioni d'Europa: reti del capitano, Milik e Younes. Nel finale Meret è prodigioso



EDIMBURGO (Scozia) - Il Napoli annienta il Liverpool superandolo 3-0 nella quarta amichevole degli azzurri in questa estate 2019. Al Murrayfield di Edimburgo, stadio tempio del rugby scozzese, non c’è storia per i campioni d’Europa, privi di Alisson, Firmino, Salah e Mané contro la squadra di Ancelotti, che non aveva Koulibaly, Allan e Fabian Ruiz. Insigne, autore di un gol e di un assist, è la star dell’incontro, ma anche Verdi nel primo tempo e Meret nel finale si guadagnano la classica pagnotta.

Napoli-Liverpool, Insigne superstar
All’11’ Insigne scalda le mani di Mignolet, che devia a terra un insidioso calcio di punizione del capitano azzurro. Il portiere del Liverpool non può nulla al 17’, quando gli azzurri passano in vantaggio con un repentino rovesciamento di fronte: Insigne affonda sulla sinistra, poi si accentra e va a segno con un destro a giro a fil di palo. Il capitano del Napoli aveva già castigato i Reds il 3 ottobre 2018, in Champions League, quando il Liverpool venne battuto 1-0 grazie a un capolavoro tattico di Ancelotti.

Al 28’ il raddoppio del Napoli: stavolta Insigne si traveste da assistman servendo da sinistra Milik, che tocca in rete in scivolata. Al 44’ il Liverpool va in gol con Wijnaldum, ma l’arbitro annulla per un vistoso fuorigioco.

Meret miracoloso nel finale
Nella ripresa, al 52’, il Napoli mette al sicuro il match trovando il 3-0: ancora Insigne affonda sulla sinistra, ritenta il destro a giro, ma Mignolet stavolta respinge; il nuovo entrato Younes è però lesto a ribadire a rete firmando il tris. Il Liverpool non trova la forza di reagire se non nel finale di gara, quando Meret diventa protagonista: il portiere del Napoli all’80’ è reattivo su una deviazione del suo compagno di squadra Hysaj, che manca di poco l’autogol su cross da sinistra, poi al 90’ Wilson fa partire un bolide da fuori area, ma Meret è prodigioso con un intervento in volo.
Il Napoli di Ancelotti vendica il 5-0 incassato dal Liverpool il 4 agosto dell’anno scorso, sempre in fase di precampionato. La squadra azzurra finalmente convince davvero: il lavoro di preparazione alla nuova stagione inizia a dare i risultati sperati.
CDS

domenica 30 giugno 2019
Spagna campione d'Europa U21: Fabian Ruiz stende la Germania
La Rojita vince 2-1 (con brivido nel finale) grazie alla magia del centrocampista del Napoli che è anche l'MVP del torneo e al gol di Dani Olmo. Quinto titolo della storia: eguagliata l’Italia



UDINE - La Spagna è campione d’Europa Under 21 per la quinta volta al pari dell’Italia. Due anni dopo la Rojita si prende la propria rivincita contro la Germania e stavolta lo fa con un Fabian Ruiz in formato maxi: 2-1 il risultato della Dacia Arena che ha visto il centrocampista del Napoli prima firmare il gol del vantaggio e poi propiziare il raddoppio di Dani Olmo. Al 78’ la giusta standing ovation per il miglior giocatore della serata e anche di tutta l’avventura, Carlo Ancelotti ha un tesoro in più in vista della nuova stagione. Nel finale la partita si infiamma con il gol di Amiri ma il tempo è dalla parte della Spagna. Aumentano, invece, i rimpianti degli Azzurrini di Gigi Di Biagio, in grado di battere proprio i neocampioni nella partita inaugurale del torneo.

Subito la magia di Fabian Ruiz
La Spagna è uno spettacolo. Le qualità tecniche dei singoli unite a una straordinaria idea di gioco fanno ben subito la differenza: a sbloccare la finale (revival) dell’Europeo Under 21 è il mancino dalla distanza di Fabian Ruiz. Il centrocampista del Napoli sigla l’1-0 dai venticinque metri al 7’ mettendo a referto il secondo gol personale nella competizione. Germania completamente in balia della Rojita che ha in Dani Ceballos e Dani Olmo delle armi di sicura qualità, la squadra di Kuntz prende piede con il passare dei minuti ma non riesce quasi mai a impensierire la retroguardia capitanata da Vallejo. Il centrale del Real Madrid rischia grosso quando interviene a gamba tesa su Waldschmidt: silent check del Var, è soltanto giallo. E nella seconda frazione si va avanti a situazioni capovolte con la Spagna che sta a guardare e con i tedeschi che vanno ripetutamente a un passo dal pari sfruttando la non perfetta sicurezza del portiere dell’Alaves Sivera. Il collega dello Schalke, però, fa ancora peggio: la pessima respinta sull’ennesima conclusione velenosa di Fabian Ruiz permette al velocissimo Dani Olmo di firmare lo scavino che vale il 2-0 al 78’. Brividi nel finale per gli spagnoli con il gol di Amiri che rimette tutto in discussione. Ma il direttore di gara concede soltanto 3’ di recupero e le speranze dei tedeschi si spengono ben presto.
CDS

martedì 11 giugno 2019
Italia-Bosnia 2-1: Insigne e Verratti rimontano il gol di Dzeko
Il capolavoro al volo dell’attaccante del Napoli e la firma nel finale del centrocampista del Psg permettono agli Azzurri di mantenere il punteggio pieno nel girone: gli Europei del 2020 sono ancora più vicini



TORINO - Nel calcio ci sono dei gesti tecnici che giustificano, anzi legittimano, la maglia numero 10. E la volée dal limite dell’area di Lorenzo Insigne è sicuramente uno di questi. La perla del capitano del Napoli permette all’Italia di rimontare il vantaggio iniziale di Dzeko, poi nel finale il colpo da biliardo di Verratti fa il resto: l’Italia batte la Bosnia 2-1 all’Allianz Stadium di Torino e resta al comando del Girone J a punteggio pieno. Un altro bel passo verso la qualificazione ai prossimi Europei del 2020. Spirito di squadra encomiabile per gli Azzurri, menzione speciale per la grinta che il Gallo Belotti mostra ai compagni nel momento dell’ingresso in campo: è un gruppo che funziona, il bruttissimo momento storico che ha toccato l’apice con la Svezia è ormai un ricordo lontano.

La furbizia di Prosinecki sta nell’annullare le due fonti di gioco azzurre: Visca e Gojak marcano praticamente a uomo Jorginho e Verratti eludendo così la costruzione dell’Italia che, dopo un bell’avvio di gara sulla falsariga delle altre sfide del girone, fatica un bel po’. La partita appare più complicata del previsto, un sentore lo si ha già dopo venti minuti quando l’intervento provvidenziale di Bonucci in spaccata evita l’1-0 della Bosnia. Il vantaggio è solo rimandato perché al 32’ Dzeko capitalizza un’azione d’autore: tacco di Besic, cross dalla destra di Visca e facile piattone del quasi ex attaccante della Roma. Le urla dalla panchina di Roberto Mancini sembrano svegliare nel finale di primo tempo gli azzurri: Quagliarella maledice il gran riflesso di Sehic (41’) mentre Bernardeschi si lascia andare a un tiro troppo timido dalla distanza.

Fuori Quagliarella, dentro Chiesa: il tridente atipico dell’Italia si concretizza all’inizio del secondo tempo. Mancini opta per il falso nueve con Bernardeschi che si sposta al centro. La fantasia sale al potere, la dimostrazione palese arriva al 49’ con Insigne che scaraventa in rete (al volo dal limite dell’area!) l’angolo calciato dal collega di reparto juventino portando l’Italia sull’1-1. Il buon momento azzurro viene reso più opaco dal trittico delle occasioni capitate alla Bosnia e qui c’è da ringraziare un ottimo Sirigu, autore di alcune parate decisive. Insigne si ripete poco più tardi, stavolta di testa sul suggerimento di Barella e questa è una novità: bravo però Sehic a sbarrargli la strada. Stesso risultato sulla zuccata di Chiellini: qui ha la peggio Edin Dzeko, costretto momentaneamente a lasciare il campo per una ferita al capo. Chi fa impazzire l’Allianz Stadium è Verratti all’86’ con una conclusione al giro sul secondo palo che vale il 2-1 definitivo.
CDS

Insigne: "La 10 responsabilità che trasformo in entusiasmo. Io leader? Vittoria di squadra"
Lorenzo Insigne parlato ai microfoni della Rai dopo la vittoria contro la Bosnia



Insigne: "La 10 responsabilità che trasformo in entusiasmo. Io leader? Vittoria di squadra"
“Non abbiamo fatto una delle migliori partite ma ci abbiamo creduto fino alla fine e abbiamo ottenuto una vittoria di squadra”. Lo ha detto Lorenzo Insigne parlando ai microfoni della Rai
Il numero 10? “È una grossa responsabilità ma sto cercando di trasformala in entusiasmo e non sentire questa pressione”.

Leader della Nazionale? “Sono a disposizione del mister che mi sta dando fiducia. Questi due gol in due partite sono merito di tutta la squadra. Ora dobbiamo staccare e riposarci perché tra un po’ si riparte”.
TUTTONAPOLI

Mancini esalta l'Italia: "Questa Nazionale è di prima fascia"
Il ct sorride dopo la vittoria con la Bosnia: "Che carattere! Siamo sempre stati nel gotha del calcio mondiale". Esultano anche Verratti, Bernardeschi e Chiellini



TORINO - "Le partite sono tutte difficili, soprattutto quando giochi a fine campionato due gare ravvicinate. La Bosnia è forte tecnicamente, forse nel primo tempo eravamo un po' larghi come squadra, poi nel secondo siamo cresciuti e abbiamo meritato la vittoria". Lo ha detto a Raisport il ct della Nazionale, Roberto Mancini, dopo il 2-1 inflitto dall'Italia alla Bosnia nelle qualificazioni agli Europei del 2020. "Non era semplice ribaltare una gara così, abbiamo rischiato dei contropiede ma nella ripresa abbiamo dominato - prosegue il mister azzurro -. Nel primo tempo abbiamo preso dei rischi perche' forse eravamo un po' stanchi, ma l'Italia è sempre una Nazionale da prima fascia. E abbiamo fatto due grandissimi gol, che mi hanno soddisfatto anche esteticamente".

Verratti: "Con Insigne mi capisco al volo. Grande assist"
"Con Lorenzo abbiamo trascorso un anno fantastico a Pescara, ho giocato molto con lui e ci capiamo subito. Mi ha fatto un bell'assist". Marco Verratti si complimenta con Insigne per il passaggio che gli ha permesso di siglare il 2-1 dell'Italia contro la Bosnia, tre punti che valgono tanto nella caccia alla qualificazione degli Europei del 2020. "Nel primo tempo è stata dura - spiega a Raisport il centrocampista del Psg -. Giocavamo uomo contro uomo ed era difficile, ma il calcio internazionale è così, non si può fare sempre un bel gioco, siamo stati bravi a non abbatterci e a recuperare, vincendo una partita importante. Se vogliamo crescere e migliorare bisogna fare errori, siamo un gruppo giovane e questa partita ci servirà per il futuro - prosegue il pescarese -. La Bosnia ha grandi giocatori come Pjanic, si può andare un difficoltà ma nella ripresa abbiamo meritato". Qualificazione ad un passo ma Verratti getta acqua sul fuoco: "Non bisogna esaltarci, non abbiamo fatto niente: siamo l'Italia e non possiamo vincere tre partite ed essere fenomeni. Veniamo da un momento brutto e dobbiamo crescere dagli errori".

Chiellini: "Grande segnale verso l'Europeo"
"Sapevamo sarebbe stato difficile, nel primo tempo abbiamo trovato problemi maggiori di quanto pensavamo: loro sono una squadra tecnica, Dzeko e Pjanic ti fanno girare a vuoto, siamo stati bravi a non allungarci, restare in partita e vincere". Lo ha detto Giorgio Chiellini dopo il 2-1 con cui gli azzurri hanno sconfitto la Bosnia nelle qualificazioni europee. "E' stata un'ottima Italia - ha aggiunto il capitano azzurro a Raisport - Non so se abbiamo fatto due passi e mezzo verso la qualificazione ma abbiamo lanciato un bel segnale verso questo Europeo, non potevamo pensare un inizio migliore. Bisogna continuare così". Il centrale della Juventus analizza ancora: "Nel primo tempo siamo stati non corti e disordinati, contro un'ottima squadra e nella ripresa siamo andati molto meglio, concedendo poco e più ordinati. E' una nazionale che sta crescendo e trovando equilibri: oggi abbiamo fatto un passo di crescita importante, siamo stati capaci di ribaltare con qualità e ordine, senza mai uscire dalla partita o spazientirci. Stiamo acquisendo maturità ed oggi ne abbiamo avuto tanta - ha concluso Chiellini - anche oltre quanto ci si aspettava".

Esultano anche Bernardeschi, Bonucci e Belotti
"Sì, la mia è stata una partita di grande sacrificio ma tutti abbiamo disputato una grande prestazione". Così Federico Bernardeschi che aggiunge "Abbiamo fatto un grandissimo gioco e siamo felici. Nonostante lo svantaggio non abbiamo smesso di giocare e creare: cosi' arrivano i risultati e si vincono le partite. Siamo una nazionale forte. Nella ripresa abbiamo giocato meglio e tenuto di più le distanze, ma anche nel primo tempo abbiamo fatto una buona partita. Il gol in azzurro? Non mi manca, lavoro sempre per fare bene. Il gol è un obiettivo e sto lavorando per questo". Per Bonucci "Nel primo tempo non siamo riusciti, nella fase di pressione, a chiudere gli spazi, ci muovevamo con poco ordine. Ma abbiamo recuperato una partita contro una Bosnia che dira' la sua in questo percorso, che se la giocherà e che secondo me passerà il turno. E' una grande vittoria figlia del carattere che ha dimostrato questa squadra. Vicini alla qualificazione? Questa vittoria mette in discesa il cammino futuro ma saremo a posto quando la matematica ci dirà che siamo all'Europeo. Veniamo da un'esperienza negativa, c'è la voglia di andare all'Europeo e di fare grande questa Italia ma la strada è ancora lunga". Conclude Belotti: "Ho giocato un segmento importante, abbiamo portato a casa tre punti e sono felice di aver dato il mio contributo in una partita non facile. Loro correvano tanto e cercavano di imporre il proprio gioco. Se mi aspettavo di giocare? Il mister non fa capire, non ci sono rimasto male. Sapevo che se mi avesse mandato in campo avrei saputo cosa dover fare. Sono i risultati, i gol e le prestazioni che lo determinano. Se sono in Nazionale significa che ho un valore, se un giorno sarò l'attaccante sarà bellissimo".
CDS

sabato 8 giugno 2019
Grecia-Italia 0-3: tris per Mancini, azzurri primi nel gruppo J
Barella apre, poi Insigne e Bonucci in tre minuti chiudono ogni discorso e certificano il primato nel girone a punteggio pieno. Euro 2020 più vicino



ATENE - L'Italia vince e convince in casa della Grecia, secco 3-0 maturato in poco più di mezzora e primato nel gruppo J: 9 punti, punteggio pieno dopo 3 partite, qualificazione ad Euro 2020 più vicina. Le mosse di Mancini vengono premiate, Belotti innesca il primo gol di Barella e Insigne raddoppia. Il tris lo firma Bonucci di testa. Clima caldo e non per il numero degli spettatori, bassa l'affluenza allo stadio Olimpico di Atene, ma per la temperatura estiva. Anche per questo i ritmi nei primi minuti di gara non sono particolarmente sostenuti, l'Italia fa la partita e la Grecia chiude gli spazi senza dare possibilità agli azzurri di rendersi veramente pericolosi. Tanto che il primo tiro del match è degli ellenici con Siovas al volo, nessun problema per Sirigu. Al 23' però l'Italia va sopra: Belotti si mangia in velocità Manolas e serve Barella a rimorchio, piatto vincente per l'1-0. Per il centrocampista del Cagliari è il secondo gol nelle qualificazioni ad Euro 2020.
Uno-due micidiale Scelta indovinata quella di Mancini di inserire dal 1' Belotti, assist decisivo. Altrettanto azzeccata la mossa di Insigne al posto di Bernardeschi perché il napoletano al 30' trova il raddoppio con un destro a giro pregevolissimo che non lascia scampo alla Grecia. Giusto il tempo di festeggiare e l'Italia cala il tris: passano altri tre minuti e Bonucci di testa, in anticipo su Sokratis, infila il pallone alle spalle di Barkas. Uno-due micidiale che dopo appena mezzora chiude i conti e mette la sfida in discesa. Sul finire del primo tempo altra grande, doppia occasione per Barella e Insigne che non riescono a trovare il guizzo vincente. Anche nel secondo tempo la sostanza non cambia, è l'Italia a comandare il gioco, gestire e schiacchiare la Grecia. Mancini non permette cali di tensione, chiede di spingere ancora per cercare il quarto gol. Barella e Florenzi ci provano dalla distanza senza precisione, Insigne, invece, dentro l'area è stoppato da Barkas. Dall'altra parte Fortounis insidia Sirigu con un bel destro al volo. A dieci dalla fine Chiesa, piuttosto sottotono, manca clamorosamente il quarto gol sparando in curva da due passi. Poco dopo è Insigne ad andarci vicino col solito tiro a giro. È l'ultima occasione, bella vittoria dell'Italia.
Alessandro Menghi
CDS

mercoledì 15 maggio 2019
Lazio, che trionfo: la Coppa Italia è tua! Milinkovic-Savic e Correa condannano l'Atalanta
La squadra di Inzaghi trionfa all'Olimpico sotto la pioggia e si prende la settima coppa nazionale centrando l'accesso diretto all'Europa League



ROMA - Chiamatela anche apoteosi Lazio. La squadra di Inzaghi alza al cielo la settima Coppa Italia battendo per 2-0 in finale l’Atalanta grazie alle reti di Milinovic-Savic e Correa. Due sigilli arrivati nel finale che sanciscono l’ennesimo successo dell’era Lotito (il quinto della sua gestione) e l’accesso diretto della Lazio ai gironi di Europa League. La macchina da gol di Gasperini si è inceppata sul più bello, bloccata da un’avversaria tosta, sempre lucida, capace di soffrire e poi colpire al momento giusto. Insomma, la serata perfetta per un popolo, quello laziale che può esultare per un’altra Coppa Italia messa in bacheca.

PRIMO TEMPO - Grande agonismo fin dall’avvio. Sotto una pioggia battente che non dà tregua, l’Atalanta costruisce una buona occasione da gol in avvio con Gomez il cui diagonale viene bloccato da Strakosha a terra. La replica laziale arriva con due colpi di testa di Acerbi e Leiva che non trovano la porta in rapida sequenza. Dopo 20 minuti di predominio bianbcoceleste, l’Atalanta alza la testa e comincia a giocare di ripartenza, ovvero il piatto forte di casa Gasperini. Zapata e Gomez sono una minaccia costante per la retroguardia capitolina che trova in Luiz Felipe un baluardo insuperabile. La più ghiotta occasione da gol del primo tempo è orobica con una conclusione di De Roon al volo - deviata da un evidente tocco di mano di Bastos -  che centra il palo di Strakosha al 26’. Sulla ribattuta prima Castagne trova la coscia provvidenziale di Luiz Felipe sulla linea di porta e poi Zapata di testa non riesce ad insaccare da due passi. Inzaghi capisce il momento complicato della squadra e preferisce togliere per scelta tecnica il già ammonito Bastos: al suo posto in campo Radu. Un minuto dopo è Correa ad andarsene in contropiede prima di sbattere contro Masiello che lo ferma in modo falloso: il giallo dell’arbitro Banti sventolato in faccia al difensore dell’Atalanta scatena le proteste laziali che chiedevano una sanzione più severa. Gli ultimi guizzi del primo tempo li regalano Zapata di testa al 40’ e Immobile che proprio sul finale non riesce a trovare lo spazio per una pericolosa conclusione.

SECONDO TEMPO - Nella ripresa i ritmi aumentano ancora di più insieme ai contrasti, sempre duri e molto ‘inglesi’. Al 49’ è Hateboer a sfiorare il gol con una potente conclusione sulla quale si oppone da campione Strakosha. Al 67’ Inzaghi toglie uno spento Immobile per inserire Caicedo. L’attaccante ecuadoriano dà maggior brio lì in avanti ma è Gomez a sfiorare il vantaggio con tiro cross dalla sinistra che al 76’ scheggia la parte esterna del palo. Inzaghi nell’ultimo quarto d’ora si gioca la carta Milinkovic-Savic al posto di Luis Alberto. E’ la mossa vincente di Inzaghi. Proprio il centrocampista serbo all’82’ sugli sviluppi di un angolo battuto da Leiva decolla anticipando Djimsiti e infilando Gollini scatenando l’entusiasmo dei tifosi laziali nella fredda notte dell’Olimpico. Gasperini prova a scuotere la sua squadra con un triplo cambio: fuori Zapata, Castagne e De Roon per Barrow, Meijers e Pasalic. E’ la Lazio però ad esultare ancora: siamo al 90’ quando Correa raccoglie un rilancio di Luiz Felipe e lo trasforma in poesia, dribblando Hateboer prima e Gollini poi. E’ il 2-0 che manda in estasi il popolo laziale che esulta per il 7° trionfo in Coppa Italia, sei anni dopo lo storico derby targato Lulic.
CDS

domenica 12 maggio 2019
Premier, il Manchester City è Campione d'Inghilterra
Il 4-1 al Brighton è decisivo per lo scudetto numero sei: al Liverpool non bastano 97 punti. Vince l'Arsenal, pareggiano Tottenham e Chelsea, cade lo United



MANCHESTER (Inghilterra) - Il Manchester City di Pep Guardiola si conferma Campione d'Inghilterra per il secondo anno consecutivo e conquista il titolo nazionale numero sei della propria storia: lo fa dopo il 4-1 rifilato al Brighton, tuttavia non privo di uno spavento iniziale, che per una decina di minuti ha mandato in testa alla Premier il Liverpool, I Reds battono 2-0 il Wolverhampton con due gol di Mané e devono accontentarsi, con 97 punti, del secondo posto: 96 sarebbero bastati in 24 delle ultime 26 edizioni. I pareggi di Chelsea e Tottenham congelano terza e quarta piazza, vince l'Arsenal, lo United perde in casa col già retrocesso Cardiff.

CITY CAMPIONE - Il Manchester City vince il suo secondo scudetto consecutivo, ma l'nizio è da choc per la squadra di Guardiola che subisce il gol del Brighton al 27’ realizzato da Murray che sovrasta Zinchenko sul primo palo. Il vantaggio dei padroni di casa dura, però, un solo giro d’orologio visto che arriva l’immediato pareggio di Aguero. Al 38’ ecco la rete del sorpasso per il City e la firma è di Laporte. L’ex difensore dell’Athletic Bilbao si inserisce a fari spenti in area di rigore e svetta di testa in solitaria colpendo perfettamente il pallone calciato da Mahrez su calcio d’angolo. Nel secondo tempo i Citizens certificano il sesto titolo della storia del club con le firme di Mahrez al 63’ e di Gundogan al 72’.

LIVERPOOL INVANO - Il 21° gol stagionale di Mané porta per qualche istante il Liverpool in testa davanti al City: gran cross dalla destra di Alexander-Arnold, traiettoria leggermente sporcata, ma il senegalese è preciso all'appuntamento col pallone. Arriva il minuto 26: l'Anfield grida di gioia. Sembra che abbia segnato il Brighton, non è così, ma la "fake news" da stadio è un sogno premonitore, perché una manciata di secondi più tardi il City va sotto. Peccato che l'illusione duri una decina di minuti. Le reti di Aguero, Laporte, Mahrez e Gundogan spengono l'entusiasmo, al 43' c'è una clamorosa traversa di Doherty, poi all'82', ancora su assist dello strepitoso terzino destro, Mané fa doppietta, utile soprattutto per la classifica marcatori.

SARRI TERZO - I Blues pareggiano al King Power Stadium e, grazie anche al concomitante pari del Tottenham contro l’Everton, certificano il terzo posto in Premier League. Il bilancio stagionale di Sarri è positivo con la conquista della qualificazione in Champions e la finale di Europa League contro l’Arsenal.

UNITED e TOTTENHAM - Lo United non ha più nulla da chiedere al campionato e, pur con molti big tra cui Pogba, non entra in partita contro il già retrocesso Cardiff. La formazione gallese, prima di abbandonare la Premier, mette in vetrina Mendez-Laing, 27enne centrocampista inglese autore della doppietta che stende i Red Devils. Il Tottenham sciupa l'occasione di scavalcare il Chelsea in classifica, facendosi fermare sul 2-2 dall'Everton: Dier apre (3') ed Eriksen chiude (75'), in mezzo la parziale rimonta Toffees firmata Walcott-Tosun.

ARSENAL CHIUDE QUINTO - Ai Gunners non bastano i gol di Aubameyang per ottenere il quarto posto che varrebbe la qualificazione in Champions. La squadra di Unai Emery batte 3-1 il Burnley e chiude il campionato al quinto posto, dietro al Tottenham di un solo punto. Dopo il primo tempo a reti bianche i Gunners prendono il largo nella ripresa con la doppietta di Aubameyang al 52’ e al 63’. Due minuti dopo arriva il gol della bandiera di Barnes. Prima del triplice fischio finale c’è il tempo per il gol del definitivo 1-3 per l'Arsenal ad opera di Nketiah.

MANITA CRYSTAL PALACE - Girandola di gol a Selhurst Park dove il Crystal Palace saluta il proprio pubblico in questa stagione battendo per 5-3 il Bournemouth. Grande protagonista l’ex Dortmund Batshuayi autore di una doppietta nel primo tempo. La prima frazione di gioco si chiude sul 3-1 con l’autogol di Simpson e la rete di Lerma per i rossoneri ospiti. All’intervallo arrivano i gol di Ibe e King per il Bournemouth e di van Aanholt e Townsend per il Crystal Palace che chiude il campionato al 12esimo posto con 49 punti.

LE ALTRE - Il West Ham passeggia a Watford grazie alle reti di Lanzini, Arnautovic e la doppietta di Noble, con l'ex milanista Deulofeu che sigla il momentaneo 1-2, un gol per parte tra Southampton ed Huddersfield, con vantaggio di Redmond (41') e risposta ospite con Pritchard (55'). Due gol per tempo a Craven Cottage ma a segnare è soltanto il Newcastle. 0-4 il risultato finale per i Magpies con le reti di Shelley, Perez, Schar e Rondon.
CDS

giovedì 9 maggio 2019
Europa League, il Chelsea di Sarri in finale!
Ai Blues servono i rigori per avere la meglio sull'Eintracht Francoforte: Loftus-Cheek porta avanti i Blues, Jovic pareggia prima del 90', supplementari senza reti, dal dischetto decisivo l'errore di Paciencia



ROMA - Centoventi minuti e oltre, fino alla lotteria dei rigori, per raggiungere l'Arsenal a Baku: il Chelsea spegne i sogni dell'Eintracht e regala a Sarri la prima finale europea della sua carriera, completando quindi il quadro dominante della Premier League che dopo la Champions fa filotto con il doppio derby europeo. Dal dischetto sbaglia per primo Azpilicueta, il capitano degli inglesi, che poi ringrazia la lucidità e la bravura di Kepa che neutralizza due penalty: si va in Azerbaigian, dove il 29 maggio i Blues scenderanno in campo da imbattuti nella competizione.

JOVIC REPLICA A LOFTUS-CHEEK - Prime schermaglie: Jovic di testa, Giroud di tacco. Tedeschi aggressivi: Da Costa si inventa un destro pazzesco al volo, altrettanto splendida la parata di Kepa con la mano di richiamo. Pericolosi anche gli uomini di Sarri, Trapp d'istinto sulla girata di Giroud da due passi, poi su corner è Hasebe a respingere a un metro dalla linea di porta una deviazione di testa di David Luiz. Sono le avvisaglie di una superiorità che si concretizza al 28': Hazard danza sul centrosinistra fino a quando Loftus-Cheek non gli detta il passaggio in verticale, infilando in diagonale il suo quarto gol europeo. Falette primo ammonito del match - entrataccia su Willian - seguito subito dopo dal compagno di squadra Rode, si va all'intervallo con il Chelsea in vantaggio ma l'Eintracht ci mette 4' della ripresa per l'1-1 che rimette tutto in gioco: Hasebe lancia, Jovic chiede e ottiene l'uno-due a Gacinovic e fulmina Kepa in uscita, con David Luiz che si perde colpevolmente l'attaccante serbo ora capocannoniere della competizione con Giroud a quota 10.

KEPA-TRAPP CHIUDONO LE PORTE - Reazione Blue, Willian e Azpilicueta buttano dentro palloni pericolosi non sfruttati, l'Eintracht reagisce e ci crede: fucilata di Gacinovic da fuori, ci mette i pugni Kepa. Ultima mezz'ora, Sarri mette dentro Pedro per Willian, Huetter l'ex Napoli De Guzman per Rode. Si fa male Christensen, entra Zappacosta a 15' dai supplementari e per poco, con un gran destro, l'esterno italiano non decide la partita. Azpilicueta entra durissimo su Gacinovic, rischiando il rosso: solo ammonizione. Finale d'assalto del Chelsea, Trapp si oppone alla botta di Giroud, Barkley in campo per Loftus-Cheek, Haller per Rebic prima del triplice fischio che porta ai supplementari.

DENTRO HIGUAIN. LUIZ-ZAPPACOSTA, CHE SALVATAGGI! - Chelsea che continua a spingere: Barkley ci prova da fuori, Azpilicueta manda alto sottomisura da calcio d'angolo. Sarri si gioca la quarta sostituzione con Higuain, richiamando Giroud, il Pipita si fa subito notare ma in negativo vanificando un contropiede in doppia superiorità numerica. L'Eintracht non sta comunque a guardare, servono un intervento in scivolata sulla linea di David Luiz e un colpo di testa di Zappacosta per togliere due volte il 2-1 ad uno scatenato Haller. Seconda parte dei supplementari: Emerson incrocia trovando Trapp a respingere, poi è l'altro esterno Zappacosta a metterlo in difficoltà con una botta da fuori. Angolo e azione che prosegue, Trapp blocca il cross destinato in porta con Azpilicueta che gli toglie la palla buttandola dentro, commettendo però carica sul portiere. Fallo contro e 1-1 che rimane, con Gacinovic acciaccato che lascia il posto a Paciencia ultima annotazione prima dei calci di rigore.

LA SEQUENZA - Haller gol; Barkley gol; Jovic gol; Azpilicueta parato; De Guzman gol; Jorginho gol; Hinteregger parato; David Luiz gol; Paciencia parato; Hazard gol.
CDS

Arsenal in finale: Aubameyang schianta il Valencia
Il gol in avvio di Gameiro illude la squadra di Marcelino, poi la tripletta dell'ex Milan intervallata dal gol di Lacazette porta Emery a Baku, per la quarta finale della sua carriera: finisce 4-2 al Mestalla



ROMA - Con i gol della sua coppia di bomber l'Arsenal si impone anche a Valencia, regalando al grande ex della serata Unai Emery la quarta finale di Europa League della sua carriera dopo le tre consecutive vinte alla guida del Siviglia dal 2014 al 2016. Mattatore della serata Pierre Emerick Aubameyang che con una tripletta schianta i sogni di "reamuntada" degli spagnoli, illusi dal gol in avvio di Gameiro ma poi colpiti prima dal gabonese e poi ad inizio ripresa dal 2-1 tagliagambe di Lacazette, prima del pari ancora di Gameiro e delle reti decisive del numero 14 dei Gunners.

GAMEIRO INFIAMMA IL MESTALLA, AUBA LO SPEGNE - Gli inglesi nella veste da trasferta si confermano subito vulnerabili: la squadra di Marcelino all'11' con cinque passaggi in verticale arriva alla spaccata di Gameiro che riapre completamente il discorso qualificazione. L'Arsenal sbanda e rischia di incassare anche il 2-0, ma ad Aubameyang basta una palla, quella che gli offre la torre di Lacazette su lancio di Cech, per infilare al 17' il pareggio alle spalle di Neto. Il gol del pari riporta la sfida psicologicamente dalla parte dell'Arsenal, per gli spagnoli capitan Parejo ci prova su punizione senza fortuna.

A BAKU CI VANNO I GUNNERS - Si va al cambio campo con Garay e Gayà che si beccano il giallo e Lacazette che si ferma al palo esterno, ma ad inizio ripresa il francese aggiusta la mira e al 50' trova il gol del raddoppio che di fatto porta Emery a Baku. Servirebbero quattro reti al Valencia, Gameiro ne firma una prima dell'ultima mezz'ora ma gli vale solo per la doppietta, a Baku ci va l'Arsenal che vince anche la partita: Lacazette all'andata aveva fatto doppietta, il gabonese fa meglio e firma la tripletta che a lui vale il pallone della partita e ai suoi compagni la finale di Europa League.
CDS

mercoledì 8 maggio 2019
Ajax-Tottenham 2-3: Lucas Moura ribalta tutto, Pochettino in finale!
Partita incredibile: vanno avanti i Lancieri con De Ligt e Ziyech, poi il brasiliano segna una tripletta pazzesca e manda gli Spurs in finale



AMSTERDAM - È la favola che si spezza e il sogno che non si trasforma in realtà e diventa quello del Tottenham, che elimina all'ultimo respiro l'Ajax con un 3-2 pirotecnico grazie alla tripletta di Lucas Moura. Ribaltati i gol di De Ligt e Ziyech, in finale di Champions League gli Spurs troveranno il Liverpool.. Manca l'ultimo capitolo per scrivere il finale, appuntamento dato ai Reds l'1 giugno al Wanda Metropolitano.

GIGANTE DE LIGT - La sorpresa dell'ultimo secondo è l'assenza di Neres in attacco per infortunio al tendine del ginocchio e la presenza di Dolberg dal 1' accanto a Tadic e Ziyech nel tridente dell'Ajax. Cambiano gli uomini, ma non lo spirito e l'approccio della squadra di Ten Hag, subito aggressiva e ai suoi soliti ritmi. Ci mette 4' per far saltare sui seggiolini il pubblico dell'Amsterdam Arena e far volare in grande stile Lloris, decisivo a mano aperta sul sinistro deviato di Tadic. Dall'angolo il portiere francese, però, non può nulla sul gigante De Ligt, che sale in cielo e sovrasta tutti spingendo di testa in porta la palla dell'1-0 (5'). Schizzano in piedi per la gioia sulla panchina olandese, l'Ajax ha già azzannato la gara.

REAZIONE TOTTENHAM - Il Tottenham prova a schivare i cazzotti dei Lancieri e a rifilarne qualcuno: un minuto dopo il gol incassato, Son accelera e il suo cross si trasforma in un tiro che centra il palo con Onana sorpreso e immobile. L'attaccante coreano è la prima minaccia per la difesa dell'Ajax, sguscia e si infila tra le maglie avversarie. Al 23' Lucas Moura taglia ma Dele Alli imbuca per Son, controllo e colpo di punta che non trova fortuna. Ancora Spurs, il tentativo di Eriksen arrivato a rimorchio è centrale e comodo per Onana. La risposta dei padroni di casa è affidata all'assolo di Tadic, il mancino da posizione defilata è troppo stretto per entrare sul palo lungo.

TERRA-ARIA DI ZIYECH - Lì dove fallisce Tadic, riesce Ziyech. I ruoli si invertono e il serbo veste i panni dell'ispiratore: dal fondo, vede il compagno staccato al limite dell'area che di prima intenzione con un gran sinistro incenerisce i riflessi di Lloris con un terra-aria di pregevole fattura. Micidiale 2-0 che arriva nel momento migliore degli uomini di Pochettino e che manda l'Ajax al riposo con il triplo vantaggio tra andata e ritorno.

FINALE PAZZESCO - Al Tottenham servono tre gol per ribaltare tutto, dentro Llorente allora per dare più peso in attacco. Al 53' Dele Alli viene pescato libero in area e di piatto esalta Onana che come un gatto vola per murare in angolo. Altri due minuti e gli ospiti accorciano con Lucas Moura, infilatosi in velocità e freddo davanti alla porta. L'Ajax accusa il colpo, gli Spurs non si fermano. Al 59' arriva anche il 2-2: Onana è prima miracoloso sulla conclusione di Llorente, poi pasticcia con Schone e regala a Lucas Moura la doppietta, bravo a districarsi in dribbling prima di trovare lo spiraglio per il tiro vincente. È di nuovo tutto in bilico. Ziyech dà la scossa, al 63' va ad un passo dal 3-2, sfiorando la rete all'altezza del dischetto. Al 79' si ripete, questa volta il palo strozza l'urlo in gola. Non c'è un attimo di riposo, si lotta su ogni pallone e l'Ajax difende ora con la paura di rovinare tutto. All'87' mischia in area, Vertonghen raccoglie e di testa colpisce la traversa. Il finale è accesissimo e all'ultimo respiro succede l'impensabile: Lucas Moura di sinistro firma la tripletta che condanna l'Ajax e rompe l'incantesimo. Tottenham in finale.
Alessandro Menghi
CDS

martedì 7 maggio 2019
Incredibile: Liverpoool-Barcellona 4-0! Klopp in finale di Champions
I Reds (senza Salah e Firmino) compiono un'impresa leggendaria: una doppietta di Origi e una di Wijnaldum infliggono a Messi e compagni un'umiliazione incredibile. A Madrid ci va Klopp!



ROMA - Un'altra volta. Al Barcellona è successo un'altra volta. Il 10 aprile di un anno fa l'incredibile remuntada della Roma all'Olimpico, stasera ad Anfield è andato in scena qualcosa di ancora più incredibile. I blaugrana perdono 4-0 dopo aver vinto l'andata per 3-0. Un qualcosa che dovrebbe accadere una volta ogni secolo e che invece a Messi e compagni è successo per la seconda stagione consecutiva. A volare a Madrid sarà la squadra di Klopp che centra la nona finale di Champions nella sua storia e lo fa in un modo leggendario che verrà ricordato per sempre ad Anfield e non solo. Privo di Salah e Firmino, con tre gol da recuperare, la partita del Liverpool sembrava già scritta. Una remuntada impossibile. E invece vatti a fidare dei fenomeni di rosso vestiti... Una doppietta di Origi (un attaccante che fino a stasera non aveva mai segnato in Champions) e una di Wijnaldum condannano Messi all'ennesima figuraccia europea, un anno dopo l'incubo vissuto all'Olimpico. Il Liverpool è nella storia al termine di una partita pazzesca.

PRIMO TEMPO - L'inizio del Liverpool è devastante, un inferno in terra. Spinto dall'urlo di Anfield, i giocatori di Klopp schiacciano il Barça nella propria metà campo non dando a Messi e compagni neanche il tempo di respirare. L'assalto dei rossi è impressionante e nei primi cinque minuti arrivano già tre angoli. Milner spreca una buona chance al 2', Origi invece insacca subito dopo. Siamo al 7' quando Jordi Alba, tramortito dalla spinta dei padroni di casa, regala a Mané una favorevole ripartenza: il senegalese innesca Henderson che esalta i riflessi di Ter Stegen, sulla traiettoria c'è l'attaccante belga che sotto misura insacca l'1-0 che manda in estasi il pubblico inglese. Il Barcellona è in balia delle folate avversarie e non riesce ad uscire dall'angolo. Al 9' un altro regalo di Sergi Roberto per poco e non permette ad Origi la più clamorosa delle doppiette.Per fortuna dei blaugrana - sorretti da un monumentale Vidal - Messi si scuote presto dal torpore iniziale e al 14' impegna Alisson con una conclusione dal limite molto pericolosa. Ancora l'ex Roma si esalta su un diagonale di Coutinho pochi minuti dopo. Il Liverpool insiste e con Robertson al 23' sfiora il bis con un destro potente da posizione angolata. Vidal è l'unico del Barça in grado di reggere all'urto infernale dei padroni di casa. Gli spagnoli non riescono a tenere un pallone, annientati dal pressing avversario a tutto campo. L'ultima occasione del primo tempo la costruisce però il Barça con Messi che verticalizza da fenomeno per Jordi Alba: Alisson si supera e mura la conclusione dell'esterno blaugrana.

UNA RIPRESA INCREDIBILE - La colonna sonora della ripresa è la stessa del primo tempo. Il Liverpool riparte a bomba nel tentativo di centrare la clamorosa remuntada. Klopp si gioca la carta Wijnaldum per Robertson e l'olandese ripaga la mossa del tecnico tedesco con una clamorosa doppietta in due minuti. Prima con un potente destro sotto misura e poi con un perfetto colpo di testa, il centrocampista del Liverpool si prende la gloria riequilibrando clamorosamente il risultato dell'andata. Sotto 3-0 e travolto dall'onda Reds, Messi e compagni si perdono senza riuscire più a reagire. Valverde prova a coprirsi inserendo Semedo per Coutinho ma il Liverpool odora il sangue dell'avversario e prova a finirlo. Messi ha una chance al 68' ma la sua conclusione da posizione defilata fa solo il solletico ad un super Alisson. A salvare il Barcellona dal crollo è la scelta fisiologica del Liverpool di tirare il fiato dopo un'ora giocata in apnea. Valverde ad un quarto d'ora dalla fine toglie uno stremato Vidal per inserire Arthur. Il colpo del ko arriva a 10' dalla fine e a condannare Messi è una disattenzione imperdonabile della difesa catalana. Alexander-Arnold finge di lasciare l'angolo a Shaqiri e invece torna improvvisamente sul pallone per una battuta a sorpresa: Origi si ritrova clamorosamente da solo a trafiggere Ter Stegen per il più incredibile dei poker. E' il gol qualificazione che condanna il Barcellona all'ennesima, incredibile debacle in Champions. Valverde prova a giocarsi la carta Malcom ma non serve a nulla. Il Barcellona torna a piangere a poco più di un anno dalla terribile notte dell'Olimpico contro la Roma. Quella, in confronto al 4-0 di stasera, sembra acqua fresca.
Simone Zizzari
CDS

giovedì 2 maggio 2019
Europa League, il Chelsea domina ma non vince. Tris per l'Arsenal
La squadra di Sarri strappa un buon 1-1 contro l'Eintracht in Germania ma rimpiange le tante occasioni da gol sprecate. I Gunners battono 3-1 all'Emirates il Valencia e avvicinano la finale di Baku



EINTRACHT-CHELSEA 1-1
(23' Jovic, 45' Pedro)
Il Chelsea di Sarri strappa un ottimo pareggio in terra tedesca contro l'Eintracht di Francoforte. L'1-1 finale sta stretto ai blues che meritavano una vittoria per la mole consistente di palle gol costruite e non sfruttate dal tridente offensivo guidato da Giroud. Le due reti del match sono state realizzate nella prima frazione: padroni di casa avanti con Jovic al 23', pari di Pedro in chiusura.

La novità della serata è la scelta di Sarri di tenere in panchina Hazard e Higuain. In avanti Willian e Pedro in appoggio all'ex Arsenal Giroud. Dall'altra parte il tecnico Hutter punta tutto su bomber Jovic. I primi venti minuti sono tutti di marca tedesca con il Chelsea schiacciato nella propria metà campo. La velocità di manovra dell'Eintracht è impressionante e la diga di centrocampo Kante-Jorginho fa enorme fatica ad arginare le folate offensive dei padroni di casa. La prima chance ce l'ha sul sinistro Abraham con un tiro a giro dal limite fuori misura sugli sviluppi di un angolo. Il match si sblocca al 23' grazie al solito Jovic che infila Kepa al primo pallone toccato: cross dalla sinistra di Kostic e perfetto stacco di testa in tuffo dell'attaccante serbo per l'1-0 della squadra di Francoforte. Il gol subito scuote la squadra di Sarri che comincia ad affacciarsi con pericolosità dalle parti di Trapp. Pedro è scatenato e in un paio di circostanze sfiora la marcatura, Loftus-Cheek scatena il suo destro in chiusura di tempo con un rasoterra a lato di un palmo. E' l'antipasto del gol del pari che arriva proprio allo scadere della prima frazione: da un angolo è ancora Loftus-Cheek a cercare lo spazio per il tiro nell'ingolfata area tedesca. Non trovando spazi è splendido il suo appoggio per Pedro che scarica verso Trapp un pallone imparabile. E' l'1-1 che riequilibra un match molto divertente.
Nella ripresa in campo cè soltanto il Chelsea. Pronti via ed è ancora lo scatenato Loftus-Cheek a sfiorare il gol del sorpasso su un assist al bacio di Pedro al termine di una grande azione di ripartenza. Al 60' è David Luiz a colpire la traversa su una punizione calciata dal limite. Il Chelsea sembra avere più energie di un Eintracht in chiara difficoltà. Manca però agli uomini di Sarri il colpo del ko. E' anche per questo che il tecnico italiano inserisce Hazard al posto di Willian. Proprio il belga ha una buona chance al 75' ma pecca di mira sul più bello. Poi è David Luiz di testa ad esaltare i riflessi di Trapp. L'Eintracht traballa ma riesce a resistere alle folate inglesi e all'81' sfiora addirittura il colpaccio con Da Costa che sulla sinistra supera David Luiz e mette in area un cross teso sul quale Kostic non arriva per un'inezia. Il risultato non cambierà più. Il Chelsea di Sarri esce dal campo con un pareggio d'oro e con un pizzico di rammarico per una vittoria che sarebbe stata più che meritata.

ARSENAL-VALENCIA 3-1
(11' Diakhaby, 18' e 26' Lacazette, 91' Aubameyang)
La prima occasione della gara è del Valencia, chance enorme capitata sui piedi di Garay al 9' che quasi sulla linea non riesce a deviare il cross forte e teso di Rodrigo in porta. Ma è il preludio al gol: altri due minuti e Diakhaby svetta in area piccola infilando di testa l'1-0. L'Arsenal sbanda, rischia di incassare subito il raddoppio, ma in otto minuti ribalta tutto: prima Lacazette chiude l'azione segnando a porta vuota su assist di Aubameyang, poi si ripete e firma la doppietta piegando con un'incornata le mani di Neto. Anche nella ripresa il più pericoloso dell'Arsenal rimane la punta francese. Le due squadre si affrontano a viso aperto, rendendo la partita divertente ma priva di palle gol vere e proprie. La più nitida è di Lacazette che centra in pieno Neto al 67', fallendo la tripletta. Il Valencia si lancia in avanti, preme e sfiora il nuovo pareggio con Gameiro. Al 91', però, viene punito dal tiro al volo di Aubameyang splendidamente pescato sul secondo palo da Kolasinac. È il timbro finale sul match, finisce 3-1 per i Gunners.
CDS

mercoledì 1 maggio 2019
Barcellona-Liverpool 3-0: gol di Suarez e doppietta di Messi
Blaugrana ad un passo dalla finale di Champions. Per Salah un palo a porta vuota



Il Barcellona è ad un passo dalla finale di Champions. Il 3-0 con cui ha steso il Liverpool al Camp Nou nel primo round della semifinale è quasi una sentenza. Una sconfitta probabilmente troppo severa per i Reds, ma quando si accende Messi non ci sono leggi che tengano, se non la sua.
Suarez sblocca il match nel primo tempo. Nella ripresa i blaugrana soffrono, ma in 7 minuti l'argentino mette la firma sulla partita e probabilmente sulla qualificazione, segnando il gol numero 600 con il Barcellona. Ora al Liverpool di Salah (che ha preso un palo a porta vuota) serve un'impresa vera ad Anfield e, necessariamente, una serata no per il genio Messi.

PRIMO TEMPO SPETTACOLARE - Klopp decide una mossa a sorpresa: fuori Firmino (in panchina), il Liverpool si schiera con un 4-4-3 atipico con Wijnaldum nel tridente offensivo. Solito attacco invece per il Barça: Messi-Suarez-Coutinho. A centrocampo Valverde preferisce Vidal ad Arthur. La partita è subito bellissima. Il Liverpool non abbandona la sua filosofia: difesa altissima e pressing asfissiante. Dopo un inizio targato Reds, esce fuori il Barcellona trascinato da Messi. Proprio l'argentino semina il panico in area, per contrastarlo Matip tocca la palla di mano (sembra volontariamente): i blaugrana reclamano il rigore, ma arbitro e Var lasciano proseguire. Al 26' passa il Barça: Jordi Alba dalla trequarti, con un cross rasoterra perfetto, pesca Suarez alle spalle dei difensori, l'attaccante di prima intenzione poi anticipa Alisson. Dopo il gol, i padroni di casa prendono decisamente il sopravvento, con il Liverpool che fa una grandissima fatica a superare la metà campo.

RE MESSI - L'inizio della ripresa ricalca quello del primo tempo: il Liverpool spinge molto e costringe Ter Stegen ad un paio di interventi decisivi (su Salah e Milner). Valverde vede le difficoltà e si copre: dentro Semedo per un poco ispirato Coutinho. Il Barcellona soffre tantissimo ma al 75' ha una fiammata e raddoppia. Messi inizia l'azione, poi arriva la traversa di Suarez, ma sempre l'argentino raccoglie la palla e con la porta vuota non può sbagliare. Sempre lui, sempre Messi all'82' regala una perla: una punizione che finisce esattamente sotto l'incrocio. E' il 3-0. Il Liverpool reagisce subito, ma Salah a portiere battuto riesce a colpire il palo. Klopp si gioca anche la carta Firmino, ma non basta. Anzi, Dembelé ha due palloni di platino per segnare il quarto gol ma sbaglia clamorosamente.
CDS

martedì 30 aprile 2019
Tottenham-Ajax 0-1: decide il gol di Van de Beek
La semifinale di andata se la aggiudicano i Lancieri, perfetti in ogni reparto ed ora col vantaggio da difendere nella gara di ritorno dell'8 maggio



LONDRA - Senza Kane (infortunato) e Son (squalificato) il Tottenham fatica e cade in casa contro gli indemoniati dell'Ajax, uscito vincitore 1-0 dalla tana degli Spurs grazie al destro di Van de Beek nel primo tempo. Né Llorente né tantomeno Dele Alli, inseriti dall'inizio, sono riusciti ad impensierire De Ligt e compagni e al ritorno servirà una partita perfetta per superare i ragazzi di Ten Hag e prendersi la finale di Champions League.

VAN DE BEEK GLACIALE - Dopo 15' di studio in cui nessuna delle due squadre prende iniziativa nel comando del gioco, rompe il ghiaccio Van de Beek e gela tutto il Tottenham Stadium: l'imbucata di Ziyech mette davanti a Lloris il centrocampista olandese che con freddezza da campione segna l'1-0 e concretizza al meglio una bellissima azione corale dell'Ajax. Gli ospiti alzano i giri ed è uno spettacolo ammirarli per quanta classe, velocità e precisione mettono nel palleggio. Al 24' ancora Van de Beek arriva in zona gol ma, invece di servire al centro Neres, preferisce scaricare in porta sbattendo su Lloris. Sarebbe stata una rete meravigliosa costruita con una serie di triangolazioni pensate al millimetro.

PAURA VERTONGHEN - A Llorente è affidata la reazione degli Spurs, il colpo di testa dello spagnolo viene controllato mentre termina fuori. Poi la gara si ferma per alcuni minuti per soccorrere Vertonghen, rimasto stordito e ferito al naso a causa di un violento scontro con Onana e il suo compagno di squadra Alderweireld. Viene sostituito da Sissoko al 39' ed accompagnato dai medici fuori dal campo in evidente difficoltà. Cinque di recupero, al quarto Alderweireld sbuca fra le maglie dei difensori dell'Ajax ed impatta di testa il pallone che sorvola la traversa. È la seconda volta che i Lancieri, che portano molto alta la linea difensiva sui calci da fermo, rischiano su punizione. Si va all'intervallo.

NERES SUL PALO - L'avvio del secondo tempo è certamente più furioso del primo, soprattutto il Tottenham pare essere tornato dentro con un altro atteggiamento, meno intimorito. Al mancino radente di Tagliafico, controllato in tuffo da Lloris, risponde Dele Alli al volo. In realtà, però, è un fuoco di paglia. Gli Spurs premono e ci mettono tanta buona volontà, ma l'Ajax non molla un centimetro e si fionda su ogni pallone disturbando le trame della squadra di Pochettino. E riparte non appena recupera il pallone: al 78' un'azione di contropiede viene conclusa da Neres sul palo lungo, sarebbe stato il gol partita. Non cambia più nulla, vittoria pesante dell'Ajax in trasferta in vista del ritorno.
Alessandro Menghi
CDS

giovedì 25 aprile 2019
Coppa Italia, Atalanta-Fiorentina 2-1: Gasperini in finale con la Lazio
La Dea si impone in casa grazie alle reti di Ilicic (su rigore) e Gomez (con la complicità di Lafont). Inutile la rete iniziale viola segnata da Muriel. Saranno i bergamaschi a sfidare all'Olimpico la Lazio il prossimo 15 maggio



ROMA - Sarà l'Atalanta di Gasperini a sfidare la Lazio nella finale di coppa Italia il prossimo 15 maggio all'Olimpico. Dopo il 3-3 dell'andata al Franchi, la Dea si impone in casa per 2-1 contro la Fiorentina al termine di un match divertente, deciso da una clamorosa papera di Lafont su una conclusione di capitan Gomez a metà ripresa. Di Muriel e Ilicic (su rigore) gli altri gol della serata.

PRIMO TEMPO - L'inizio di gara è adrenalina pura. La Fiorentina parte a razzo e dopo tre minuti sblocca subito il risultato. Muriel viene lanciato in profondità da Chiesa, la difesa dell'Atalanta si fa trovare impreparata e l'attaccante ringrazia insaccando l'1-0 davanti a Gollini. Il vantaggio-lampo viola stordisce la Dea che ci mette un po' a riprendersi. Come un pugile alle corde, la Fiorentina tenta subito il colpo del ko ma Chiesa al 5' spreca l'incredibile uno-due. Gasperini, quasi incredulo davanti all'inizio da film horror dei suoi, prova a scuotere la sua squadra che al 12' rischia di capitolare nuovamente su una ripartenza letale di Veretout che fa fuori Gosens e Freuler prima di calciare su Gollini da ottima posizione. La legge più antica del calcio si abbatte sulla Fiorentina che trenta secondi dopo subisce il pari bergamasco su un rigore fischiato dall'arbitro Calvarese dopo un contatto Ceccherini-Gomez in area viola. Dal dischetto Ilicic non perdona e riequilibra il risultato che per l'Atalanta vuol dire finale.
CDS

mercoledì 24 aprile 2019
Milan-Lazio 0-1: Correa manda Inzaghi in finale
I biancocelesti eliminano i rossoneri e volano in finale, in programma il 15 maggio, in attesa di Atalanta-Fiorentina



MILANO - La Lazio è in finale di Coppa Italia. La squadra di Inzaghi vince 1-0 grazie al gol di Correa nel secondo tempo, eliminando il Milan di Gattuso. Ora i bianconcelesti attendono la vincente tra Atalanta e Fiorentina per giocarsi il trofeo all'ultimo atto il 15 maggio allo stadio Olimpico.

MILINKOVIC IN LACRIME - Squadre coperte, né la Lazio né il Milan vogliono esporsi e fare la prima mossa. Nei biancocelesti Acerbi si muove da centrale della difesa a tre e non come mezzo sinistro come ci si attendeva, quel ruolo è coperto da Bastos con Luiz Felipe dall'altra parte. Al 15' Inzgahi perde Milinkovic che, in lacrime, è costretto ad abbandonare il campo per un problema alla caviglia destra, al suo posto Parolo.

VOLA STRAKOSHA - Il primo tiro in porta della partita è di Immobile ed arriva al 26', destro da fuori bloccato a terra da Reina. Neanche l'assolo di Correa, che si infila in un imbuto, un minuto dopo riesce ad impensierire il portiere rossonero. Sul fronte opposto, invece, serve un bel tuffo di Strakosha per evitare che il sinistro dal limite di Calabria finisca in rete. Calabria che, come Milinkovic, si infortuna e chiede il cambio, dentro Conti.

DOPPIA CHANCE LAZIO - Negli ultimi minuti, dopo che Suso non centra lo specchio all'altezza della lunetta, la Lazio si divora il gol in due occasioni: prima con Bastos, che nel cuore dell'area si aggiusta il pallone e tira di un niente fuori, poi con Correa: doppio passo, uno-due con Luis Alberto e piatto sul palo lungo stoppato da un grande intervento di Reina. Sono le due chance più nitide del match, i biancocelesti potevano andare al riposo sull'1-0.

GOL CORREA - Si riparte come ci si era lasciati, con la Lazio che più del Milan prova a dare una svolta alla gara. Un'altra bellissima parata di 'Pepe' Reina manda in angolo il tiro a giro di Leiva dalla lunga distanza. Dal corner di nuovo Bastos, come nei minuti finali del primo tempo, manca di un nulla il gol di testa. La squadra di Inzaghi non si ferma, davanti alza i giri del motore e il ritmo: Correa perde ancora il duello con Reina, bravo a respingere. Al 58' però l'argentino non sbaglia. La Lazio ribalta il calcio d'angolo del Milan con tre passaggi, Immobile allunga e serve Correa al momento giusto che di esterno, nonostante uno stop non impeccabile, infila di giustezza Reina per l'1-0 meritato.
Alessandro Menghi
CDS

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